giovedì 6 marzo 2014

Caso sottosegretari, Grillo: dopo Gentile, ora fuori i 4 indagati del Pd.



Grillo attacca, FUORI GLI INDAGATI, il Pd targato Matteo Renzi e punta l’indice contro i sottosegretari del partito democratico sotto inchiesta. «Alfano ha dato l’esempio, Gentile ha ritirato la sua candidatura a sottosegretario – scrive sul blog -. Questo atto dovuto fa onore all’Ncd, ora il pdxexmenoelle di Renzie
Altri quattro, almeno, sono i casi critici, di cui si è scritto in queste ore. Tutti del Pd. Lo notava anche un’interrogazione del deputato 5 stelle Nicola Bianchi a cui il ministro Maria Elena Boschi ha così risposto perentoria in aula: «Non è intenzione di questo governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari solo sulla base di un avviso di garanzia».
Il ministro delle Riforme e dei rapporti col Parlamento, ha spiegato: «L’avviso di garanzia è un atto dovuto a tutela degli indagati per esercitare i diritti di difesa, non è un’anticipazione di condanna». Solo terminato l’iter giudiziario, dunque, Pd e governo, conclude Boschi riferendosi al caso Barracciu, «valuterà se chiedere le dimissioni».
Francesca Barracciu, indagata per peculato nella rimborsopoli sarda, non è però la sola. Con lei c’è l’altro sottosegretario alla cultura Umberto Del Basso de Caro, coinvolto nell’inchiesta sui rimborsi della regione Campania.
Poi c’è Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno e rinviato a giudizio per abuso d’ufficio. E c’è Vito De Filippo, sottosegretario alla Salute, che per l’inchiesta sui rimborsi in Basilicata si era dimesso da presidente della Regione. E ci fermiamo non volendo tirare dentro i ministri, e quindi Maurizio Lupi inquisito dalla Procura di Tempio Pausania per concorso in abuso d’atti di ufficio per la nomina del commissario dell’Autorità portuale di Olbia (Lupi difende la correttezza della nomina contestata).
Poi ci sono i casi più politici, gli “ impresentabili ”, ma non è su quelli che Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia, ha acceso il riflettore: «E’ grave» ha detto precisa, «che ci siano inquisiti nel governo». Soprattutto, «in un momento in cui si vuole riformare tutto il sistema del finanziamento pubblico dei partiti e si punta il dito sui rimborsi ai consiglieri regionali e sul loro utilizzo» ha detto da Palermo, «penso sia stato poco opportuno e poco corretto nei confronti di altri esponenti del mio partito, che chi è inquisito per reati riguardanti il finanziamento dei gruppi regionali, sia al governo. Non ne faccio dunque una questione di lotta politica all’interno della coalizione».

Nel Pd però prevale il garantismo, come la conclusione di Boschi dimostra. «Se ci facciamo condizionare nella scelta dei sottosegretari da un avviso di garanzia è un problema», dice Matteo Orfini. Giusto: «Io sono sempre stato garantista, e la storia recente di questo Paese è piena di gente che ha lasciato incarichi e che poi ha dimostrato che non aveva fatto niente». Sì, ma nel caso di Francesca Barracciu, ad esempio, è stato il Pd a ritenere inopportuno che si candidasse, nonostante le primarie vinte, alla presidenza della regione Sardegna: «se Renzi le ha chiesto un passo indietro per l’avviso di garanzia ha fatto male, è evidente. Se lo ha fatto perché riteneva fosse una polemica che indeboliva il Pd nella competizione elettorale è un altro discorso».
Devono rimanere lì, quindi, anche per Orfini, «in alcuni casi è giusto anche quando arriva un rinvio a giudizio. Sulle condanne, anche se in primo grado, è opportuno un passo indietro, ma per il resto…». Per il resto no.
La posizione è confermata dal renzianissimo Ernesto Carbone, deputato «ma fino a ieri», tiene a ricostruire, «avvocato penalista». «Come potrei dire il contrario?» spiega all’Espresso: «Ho studiato che la cassazione è sacra, per il resto per me sei presunto innocente».
Stefano Fassina, invece, aveva preferito non commentare: «lasciamo perdere». Le parole di Rosy Bindi restano quindi lì, appese («io parlo di coerenza») e a disposizione della polemica di Gian Luigi Gigli, deputato dei Popolari: «Ci auguriamo che il Pd voglia ora seguire l’esempio del Ncd invitando i propri sottosegretari chiacchierati a presentare analoghe dimissioni».
Beppe Grillo, ovviamente, si inserisce e dal blog lancia l’hashtag #fuorigliindagatipd: «Alfano ha dato l’esempio, Gentile ha ritirato la sua candidatura a sottosegretario. Questo atto dovuto fa onore all’Ncd, ora il pdxexmenoelle di Renzie non può che seguirne l’esempio».Per Fabrizio Cicchitto però non c’è bisogno di altri sacrifici: «Per quello che ci riguarda come Ncd anche in questa occasione ci siamo impegnati a svolgere un ruolo positivo per la stabilità del governo. Sono altri a giocare la partita della destabilizzazione e del tanto peggio tanto meglio». fonte http://espresso.repubblica.it/

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